Il Libro odorosoIl Libro odoroso

 

Residuo della umida notte, a malapena illuminata dalla umbratile luce di una lumiera di piccole dimensioni, giusta per un comodino accanto al letto, per fugare pensieri da ombra.

Ed ombre non attese, ma che con rapida violenta potenza talvolta spadroneggiavano per forse un loro intimo (hanno intimità le Ombre? Sono certa che sì) segreto cucciolo di ironia, di arte dello spavento, di sghignazzo senza denti, tremule trasparenze peggio che spaventosa figura intera, accenno mal disegnato e mai corretto, dimenticato dalla mano che, se crea, li abbandona con ripugnanza, vorrebbe che non esistessero mai più. Eppure loro si ostinano a far dispetti e ostentare un Regno proprio da cui espandersi e contrarsi come vongola dal guscio, respiro, espiro, e odor di morti fiori che vanno in cibo per i piccoli esseri che pullulano e si nutrono di buio, briciole, residui di pelle, di peli, di scarsa pulizia. Micromondo coprofago, con le sue dimensioni, leggi ordinate e simmetriche, voraci e pietose assieme.

Per me, la notte è soprattutto questo… il sopraggiungere di percezioni che la luce del giorno rende negate, che la luce del giorno truffa, disegna solo la superficie, mentre loro, le ombre ed i minimi si divincolano un una galassia a lentissime velocità, oltre le sfumature del rosso scuro, vibrazione lenta, quella a cui si avvicinano i non più vivi, e ancora allineati con aree di materia che si va spolpando e regala vita, e così andare, agganciati in una spirale discendente al nero. Che non è il fermarsi, è invece un arrivo. Per questo tengo un talismano accanto a me, fra le coperte ed i cuscini, è il libro odoroso, il cui titolo non vi dirò, è il mio, solo, unico, me lo pongo sul cuore, poi sugli occhi, mi calma, mi llumina di rosea luce le pupille, e lo stringo come un coltello affilato nella notte.