Il raggettoIl raggetto

 

Qui la notte sale dalla valle

del Rabbi

sospesa tra un tramonto sognante

e lo sciabordare degli alberi,

sensuale e cadenzata

con zoccoli d’erba secca e profumata

apre le braccia a profumi e voli

ultimi dei diurni uccelli,

che lascian occhi e fruscii ai notturni,

alri luoghi, dai colori accesi

si svegliano nel petto,

e penso alle carovane,

alle sete e agli argenti,

al sudore dei cavalli

forse è così in Turchia?

A Lima, a Buenos Aires, ad Atene

e Creta, prima che sorgano gli dei

intenti ad un progetto insano

si fermano e sostano.

duemila anni fa,trecento, che fa?

E con me adesso,

ed io da loro.

volo.

Come qui ora,

e viverlo è esperienza e bellezza

infusa e silenziosa, di rispetto bisognosa.

Sospendere il pensiero, entrare nei colori

ascoltare il racconto che l’anima ci mostra

come lanterna magica

d’equatore immisurato,

il ponte arcobaleno

ci fa da mano tesa,

e le stelle che vediamo sono

ancora, le stelle appunto

che appressano la luna

con la sua sibillina faccia

inopinata e astuta,

perché fissa.

tutto ciò che è fisso

include in sé il movimento.

conosce, sa, e tace.